Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza assegna alle Regioni dell’Italia meridionale circa 82 miliardi di euro.
Si tratta di una cospicua parte (il 40%) di tutte le risorse con una destinazione specifica rispetto ai territori e si tratta altresì di un’occasione straordinariamente opportuna per rimettere il Sud sui binari che possono portare a quello sviluppo tanto atteso.
Considerazione e premessa importanti: se il Sud cresce, cresce tutto il Paese !
E’ una verità incontrovertibile che sembra sfuggire a non pochi, ma che non va assolutamente dimenticata.
Il Sud, abitato da un terzo di tutta la popolazione italiana, produce un quarto del prodotto interno lord e si conferma area molto estesa fra quelle europee da sostenere e da rilanciare.
Il PNRR sta dimostrando sempre più che, all’interno della sua trama, la “causa” del Mezzogiorno è anche causa di una Italia non ancora del tutto consapevole di dover marciare unita verso un futuro complesso, pieno di incognite.
Come molti hanno avuto modo di rilevare, infatti, il famigerato Piano ha la primaria finalità di “accompagnare una nuova stagione di convergenza tra Sud, Centro e Nord”, convergenza indispensabile per affrontare e sciogliere nodi antichi.
Il riproposto federalismo fiscale, in termini di principi materialmente divisionisti, è una sorta di contrarietà ad un cammino unitario che possa portare frutti al Sud, al Centro e al Nord.
Non sono state ancora sanate difformità denunciate da tempo e che continuano a sussistere nonostante precise norme in materia di gestione e di destinazione di fondi pubblici.
La spesa pubblica al Sud è ferma a percentuali incredibilmente basse rispetto alla densità della popolazione e ciò si identifica in una vera e propria sottrazione di risorse che da sole basterebbero a creare occasioni di lavoro e investimenti, spingendo il Mezzogiorno verso una crescita esponenziale di cui si gioverebbero anche le regioni centro-settentrionali.
Insomma: PNRR come patente per un viaggio che può dare all’Italia una energica accelerazione verso forme di progresso e di benessere auspicate dall’UE per assestare equilibri interni e internazionali.
Sfide, opportunità e rischi per le regioni meridionali con e per il PNRR, sono state fulcro di dibattito moderato dal giornalista RAI Giorgio Demetrio nel corso della tradizionale “Giornata dell’Artigianato”, che ha avuto luogo nel padiglione permanente di Confartigianato, alla Fiera del Levante, nel contesto della 85^ edizione della campionaria generale.
Francesco Sgherza è andato subito al cuore dei temi: crisi energetica, giovani, riforme, strategie sindacali.
“Molto si è sentito dire con riferimento alla quota del Piano riservata al Sud, e non pochi peraltro gli esponenti politici dell’attuale maggioranza di Governo che - dal canto loro anche legittimamente - hanno già “opzionato” parte delle risorse nel malaugurato caso in cui le Regioni del Sud non riuscissero a utilizzarle: sono aspettative che si intrecciano pericolosamente con rigurgiti di autonomia differenziata.
In un momento storico in cui l’unità d’intenti e d’azione di tutto il Paese è forse il bene supremo da perseguire dinanzi ai pericoli che dobbiamo affrontare, ancora una volta qualcuno invoca l’Italia dei campanili, l’Italia delle differenze anziché quella delle comunità“.
“Vero è - ha osservato Sgherza- cha la minore abilità di progettazione e quindi di spesa espone i territori meridionali ad un elevato rischio di mancato assorbimento dei fondi, con il paradosso che le realtà più bisognose di investimenti potrebbero rivelarsi quelle meno beneficiate: un problema che riguarda da vicino gli enti locali, in special modo i Comuni più piccoli, purtroppo numerosi nella geografica del Sud “.
E sulla crisi energetica:
“Che il mercato dell’energia cominciasse a mostrare segni di squilibrio, siamo forse stati tra i primi ad accorgersene: già nell’autunno 2021 abbiamo lanciato un primo allarme, diventato poi emergenza a dicembre-gennaio. Non si contano le imprese che si sono mobilitate durante il periodo natalizio con prestazioni straordinarie, salvo a scoprire, ad inizio anno, una volta ricevute le bollette, di aver lavorato in perdita.
Alcune decisioni del Governo – come il taglio lineare delle accise – si sono incredibilmente rivelate punitive per quelle aziende che hanno inteso investire in nuove tecnologie di mobilità sostenibile”.
“La pronta modifica del Titolo II per agevolare l’acquisizione di impianti di produzione per l’autoconsumo è stata un’operazione messa in campo con grande efficacia dall’assessore Delli Noci, su nostra sollecitazione, ma è stato solo il primo passo. Ora dobbiamo pensare ad ogni possibile misura di ristoro che protegga le aziende. Stiamo già lavorando con la Regione per una strategia che renda il nostro territorio quanto più possibile autosufficiente e attrattivo sotto il profilo energetico, utilizzando anche le tecnologie più innovative e promettenti, come quelle legate all’idrogeno”.
“Questa nostra Giornata in Fiera del Levante, giunta ormai alla sua 68^ edizione, è da sempre un’occasione per un esame sul tessuto imprenditoriale e sull’economia del Mezzogiorno”.
“Circa la situazione strutturale del quartiere fieristico - ha precisato Sgherza - non intendo polemizzare: c’è solo da dire che noi, come Confartigianato, ci siamo sempre stati. Il nostro presidio nella zona monumentale, uno dei pochi aperti al pubblico durante questa edizione, testimonia con i fatti l’impegno costante nel tempo, non solo durante il periodo della campionaria”.
Sulla cosiddetta transizione energetica della nostra regione, l’assessore regionale allo sviluppo economico Alessandro Delli Noci ha riaffermato la necessità che ci si liberi dai combustibili fossili per rivolgere ogni attenzione alle energie rinnovabili.
Con il PNRR, saranno intraprese attività che richiederanno un’ampia collaborazione fra le istituzioni scientifiche, culturali e politiche dell’intera Puglia e il complesso delle imprese, delle loro associazioni, in pole position Confartigianato, che saranno chiamate a fornire la loro insostituibile e preziosa opera.
La nostra regione, come rilevato ancora da Delli Noci, risulta essere uno dei più cospicui produttori di energia da eolico e da fotovoltaico e si raggiungeranno certamente risultati eccellenti curando un repowering degli impianti, provvedendo cioè ad ammodernarli per potenziarne le capacità.
“Notevoli i nostri sforzi - ha detto ancora Delli Noci - per raggiungere traguardi di eccellenza specie a tutela della salute pubblica che potrà ricevere considerevoli benefici con le energie alternative da finanziare con risorse europee”.
Altra formidabile realtà per il sistema imprenditoriale riviene dalle ZES, Zone Economiche Speciali, che stanno consentendo a molte aziende di inserirsi in aree particolarmente vantaggiose sul piano di risparmi fiscali, di riduzione di tempi burocratici, di franchigie per import/export.
“Stiamo vivendo una parentesi difficilissima con molte aziende già chiuse e con altre in procinto di farlo.
I l sistema delle imprese è componente essenziale per il buon esito del PNRR e va, pertanto, aiutato a superare la particolare crisi che lo attanaglia”.
L’assessore ha tenuto a ricordare che la Regione sta sospendendo fino al 2023 tutti i mutui delle aziende destinatarie di finanziamenti e ciò è stato chiesto anche alle banche onde consentire quella boccata di ossigeno che soprattutto i lavoratori autonomi chiedono per far fronte all’aumento dei prezzi.
Attraverso la rete dei Comuni, la Puglia saprà trarre dal PNRR gli esiti sperati, considerata, fra l’altro, la sua organizzazione e la sua competenza nella gestione dei fondi comunitari.
In tale campo, è al primo posto in Italia: sono pronti investimenti per 1 miliardo di euro.
“Nostro obiettivo - ha detto Delli Noci - è pure quello di promuovere una rete di migliori infrastrutture per favorire mobilità e per dare maggiori agi alle imprese, in molti casi penalizzate da carenza di adeguati spazi per la loro crescita dimensionale”
”Abbiamo urgenza di risalire la china - ha detto ancora l’assessore - recuperando quanto perso con l’emergenza sanitaria e con gli aumenti eccessivi di materie prime, che hanno peraltro interessato e continuano ad interessare famiglie e comunità.
Al turismo è legato buona parte dello sviluppo della Puglia: mare, sole, monumenti e gastronomia sono le carte vincenti nell’attrazione di visitatori che vengono dall’estero e che acquistano prodotti di artigianato oggi sempre più veicoli di pubblicità della nostra storia e delle nostre tradizioni.
Per questo, la Regione, con apposita legge, riconosce e sostiene le attività di lungo corso che hanno saputo illustrare la creatività e la manualità dei nostro maestri, apprezzati e ricordati in tutto il mondo”.
Partecipando in rappresentanza del sindaco Decaro, il prof. Disciascio non ha mancato di segnalare le difficoltà in cui si dibatte il Comune di Bari.
“Proprio per le sole spese energetiche - ha precisato - si sta passando da una spesa di 7 milioni di euro a oltre il doppio. Ma ciò non è assolutamente un ostacolo ai tanti programmi da realizzare con il PNRR che ci assegna generosi stanziamenti, come è giusto che avvenga a favore di una città ai primi posti per qualità di progettazione.
Fra gli obiettivi: migliorare le condizioni di vita degli abitanti, rendere Bari più vivibile, in cui dare slancio alla socializzazione con parchi, giardini, forestazione urbana, piste ciclabili, asili nido, periferie.
Vogliamo aiutare la nostra città a proiettarsi sempre più e sempre meglio in una dimensione smart (previsti autobus elettrici) che favorisca la permanenza delle giovani generazioni qui, nella terra di nascita, permettendo loro di costruirsi il futuro professionale e civile”.
Gianfranco Viesti, docente Uniba di Economia, non ha nascosto le sue perplessità su una compiuta realizzazione del PNRR con riguardo al Mezzogiorno.
C’è una sostanziale differenza fra Nord, Centro e Sud dell’Italia che esercita una sua influenza sugli esiti del Piano.
Gli investimenti, come ricordato dal relatore, avranno luogo nei Comuni che presenteranno i progetti migliori; non si terrà, quindi, conto delle specificità del territorio e delle capacità degli amministratori di agire secondo le prescrizioni del bando.
I tempi ristretti non possono concedere più di tanto alla pianificazione e all’attuazione dei vari progetti previsti in bandi che, invero, andavano definiti pensando appunto ai destinatari, diversi fra loro proprio perché ubicati su diversi territori.
Sostanzialmente, il Piano destina tante risorse al Sud ma non considera le criticità che lo penalizzano; nelle aree deboli sono previste le stesse realizzazioni immaginate per altre regioni del Paese.
E ciò può seriamente compromettere l’esito finale, creando difficoltà anche di immagine a quei Comuni che dovessero risultare poco avveduti nella spesa dei fondi e non in grado di raggiungere gli obiettivi.
Pensato ed elaborato durante i governi di Conte e di Draghi (autorità di ogni rispetto ma alle prime esperienze politiche, nd.r.), il PNRR appare come testo comprendente molti utili interventi ma carente di una visione veramente complessiva dell’Italia dei prossimi anni.
A voler andare sino in fondo, secondo Viesti, si è in presenza di un quadro di idee e di programmi che mirano alla produttività e non anche al rinnovamento, al cambiamento culturale che presiede al fare e alle modalità del fare.
“Scarsa attenzione - ha detto - ai problemi gravi delle disuguaglianze, fra e nelle generazioni, alle povertà, alla carenza di concrete opportunità di lavoro per i giovani, alla galoppante denatalità, alla ricerca di un’autorevole “sistemazione” dell’economia italiana in quella internazionale, ovvero nel mercato globale.
Positivo è, senza dubbio, l’intendimento di accelerare tempi di attuazione perché a questi sono ancorate le risorse, ma è poco efficace arrivare ai traguardi se non si saranno attuate riforme, se non saranno conseguite motivazioni per fruire degli investimenti con una migliore qualità della vita dalla quale possa discendere una più organica e promettente ripresa dei segmenti produttivi.
Molto dipende anche dagli orientamenti nazionali di bilancio: l’incalzante ipotesi di privatizzazione della sanità e il riproposto federalismo fiscale che eventualmente non tenessero in debito conto di quegli equilibri sociali indispensabili alla tenuta del Paese, dovrebbero essere accantonati per cedere spazio ad una visione più inclusiva delle istanze di tutti i cittadini e di tutte le Regioni.
Il PNRR è veramente una grande opportunità per il nostro Paese; particolarmente salutare per il bilancio pubblico che se ne avvantaggerebbe in quanto verrebbero finanziate, per 60 miliardi, opere di cui erano già stanziati e resi disponibili i relativi fondi”.
“ Il termine di tutte le opere - ha ricordato Viesti - è fissato a luglio del 2026, cosa che desta preoccupazione se non saranno affrettate procedure e lavori: ciò rientra prevalentemente nelle competenze dei sindaci stabilito che, per la prima volta, ai Comuni viene conferito un potere enorme, in parte sottratto alle stesse Regioni.
I Comuni potranno curare strategie e strutture tutte destinate al benessere dei cittadini ma sorge spontaneo un dubbio: saranno veramente in grado di rispondere alle attese del Piano con organici di tecnici e di amministrativi oggi sensibilmente ridotti, a cui si vuole rimediare con un’assunzione insufficiente e temporanea di personale ? La Regione Sicilia sta richiamando in servizio molti pensionati. ”
In un videomessaggio, la conclusione di Marco Granelli,presidente nazionale di Confartigianato
Granelli è del pieno convincimento che il PNRR rappresenta la grande occasione per rilanciare la nostra economia.
Sono però richieste determinate condizioni in assenza delle quali, a suo parere, molto si potrebbe complicare e risultare inefficace.
Progettazione rapida, gestione amministrativa agile e puntuale, coinvolgimento delle piccole imprese per armonizzare sostenibilità sociale e ambientale.
In pratica, Granelli ha sottolineato la necessità ineludibile che si intervenga congiuntamente con adeguate misure sul sistema delle PMI per aiutarle a superare la sfavorevole congiuntura e per consentire loro di esprimere poi tutta la potenzialità di cui dispongono.
L’apporto delle piccole imprese nelle attività del PNRR è fondamentale per garantire quei risultati che si intendono realizzare.
Il fisco rappresenta uno dei punti dolenti per la platea delle piccole imprese che costituiscono abbondantemente lo zoccolo duro dell’impianto produttivo nazionale.
Confartigianato è per un fisco leggero e semplice e, per certi aspetti, più convincente e più accettabile nelle sue richieste.
Granelli ha ricordato che le PMI versano 32,8 miliardi di maggiori tasse rispetto alla media dell’eurozona, e che possono giustamente chiedere di negoziare con il fisco modalità di contraddittorio preventivo, con un rafforzamento degli indici sintetici di affidabilità.
Servono: una raccolta unica delle norme fiscali, nuove procedure per i versamenti ed eliminazione di split payment (scissione dei pagamenti), di reverse charge (inversione contabile) e soprattutto delle comunicazioni periodiche relative alle liquidazioni IVA; necessari, inoltre, il superamento dell’IRAP, prioritariamente per le società di persone.
“Indubbiamente, è necessario - ha ribadito Granelli - che l’Italia si affretti a porre mano a quanto chiesto dall’UE per assicurare sostenibilità amministrativa del PNRR; su questo devono compiere sforzi particolari tutte le istituzioni pubbliche, a cominciare dal nuovo Governo.
Le piccole e medie imprese artigiane sono oltre un milione e trecentomila, con ben tre milioni di addetti: si chiede che possano continuare a svolgere la loro opera con una certa serenità e con la prospettiva di un obiettivo contenimento dei costi energetici che hanno danneggiato molto lavoratori autonomi ma anche famiglie .
Urge allora collegare al PNRR le riforme occorrenti, cominciando proprio da quella strutturale con cui ridurre la pressione fiscale che - giova rammentarlo - danneggia enormemente le piccole imprese.
Bisogna pensare senza ulteriori indugi a restituire serenità alle aziende sostenendole sia con riguardo alle spese spropositate per i consumi energetici sia per l’assenza galoppante di quella liquidità finanziaria irrinunciabile per operare e per produrre “
F.Bastiani